THE SIGNS IN THE WATER

THE SIGNS IN THE WATER
Breve, personalissima e un po' pretestuosa retrospettiva sulle opere di M. Night Shyamalan



ATTENZIONE! Contiene spoiler e anticipazioni sulla trama di alcuni film.


Il mio amore per il cinema di Shyamalan è cosa recente. Certo, come ( quasi) tutti vidi il notevole 'Sesto Senso' e il meno notevole 'Unbreakable', ma poi si chiuse lì. Seguii con interesse le polemiche che ad ogni suo nuovo lavoro si scatenavano su forum e riviste, ripetendomi che se un regista era in grado di far parlare così furiosamente delle proprie opere, un valore doveva pur averlo. Però, chissà perchè, alla fine non andavo mai a vedere le sue pellicole.

VOGLIO CREDERE NEI SOGNI

Poi, accadde...non saprei ancora oggi dire cosa mi attirò. Se fu il rilassante azzurro dominante della copertina, o se furono i magnifici occhi che ammiccavano, eterei e innocenti. O se, forse, avevo solo una gran voglia di sognare ancora, e cedetti all'ennesima promessa di una 'fiaba moderna'. Sta di fatto che quella sera tornai a casa con una copia di 'Lady in the Water'. E fu fulgore. Un'opera magnifica, di una tenerezza e dolcezza rarissime. Si narra di un mondo azzurro, del popolo delle acque, che manda le sue giovani ninfe per un ultimo tentativo di rimettersi in contatto con l'umanità, e cercare così di salvarsi tutti. Una di loro, dall'emblematico nome di Story, appare nella piscina di un singolare condominio. Quando l'impacciato e balbuziente custode la trova, ha inizio la ricerca dell'unico umano scelto per lei; dovranno solo incontrarsi, e così lei potrà far ritorno al suo mondo. Ma qualcosa va storto...un gigantesco lupo attacca Story prima che lei parta, infrangendo regole millenarie, e costringendo i due a cercare altre persone che potranno aiutare, celate da misteriosi nomi come 'Il Protettore', 'L'indovino', 'Il Sodalizio'...


 
Story e Cliveland

L'intera opera è una gigantesca allegoria. Shyamalan fa della simbologia il fulcro della sua arte. Nel condominio vive una quantità di persone di ogni foggia, in alcuni casi con delle caratterizzazioni quasi esasperate. Eppure ognuna di esse ha il suo scopo...ed ecco il centro della fiaba. La ricerca incessante di uno scopo. Tutti loro, in modi diversi sono chiamati in aiuto di Story, ne fanno parte, fanno parte della Storia, appunto. Ognuno di loro con una voglia matta di credere in qualcosa di straordinario, di avere ancora una speranza di sognare. E il direttore d'orchestra di quasta fiaba è proprio l'impacciato e triste Cliveland, il custode, un magnifico Paul Giamatti, che con molte difficoltà deve trovare il ruolo di ogni figura che appare nell'antica fiaba della buona notte. Perchè riuscire a trovare lo scopo della vita di una persona è forse la cosa più difficile.'Scoprire il proprio scopo nella vita è una cosa seria...A volte può essere diverso da ciò che sembra', viene detto nel film. Non è un caso che gli errori più madornali, e quelli che più metteranno in pericolo la vita di Story, siano dati dall'interpretazione di un critico cinematografico, convinto di essere in grado di capire subito il ruolo che ogni personaggio avrà in un film( una sottile vendetta di Shyamalan verso la critica che quasi sempre lo stronca? :D ). 'Qual'è la persona che può essere così arrogante da presumere di conoscere lo scopo di un altro uomo?' . Quanta semplice verità, in queste parole...perchè è questo, il film. Commuove e sorprende attraverso sentimenti semplici, ma non semplicistici. E proprio perchè si usano emozioni molto basilari che si viene colpiti dritti al cuore, perchè sono emozioni perfettamente riconoscibli, che tutti noi abbiamo provato almeno una volta. Non a caso Cliveland sprigionerà la sua energia vitale solo dopo che riuscirà ad affrontare ed esternare tutto il dolore che si è tenuto segretamente dentro per anni. Solo dopo che finalmente si sarà lasciato avvolgere dal dolore, sarà in grado di liberarsene e affrontare nuovamente la vita...


VOGLIO CREDERE NEI SEGNI

Nemmeno a dirlo, recuperai immediatamente i precedenti film del regista indiano, scoprendo il suo straordinario modo di raccontare storie. Lady in the Water non era, evidentemente, un caso isolato.


 
The Signs

Le posture, le inquadrature e gli eventi del contestato The Signs, così come gli assurdi eventi che sembrano accadere agli abitanti di The Village. Ogni singolo accadimento, ogni singola frase ed ogni singola espressione che pare messa lì senza un motivo, nasconde importanti mesaggi. Può, e deve, essere interpretato. Perchè se è vero che può sembrare assurdo che degli alieni vogliano conquistare un pianeta che è coperto per 3/4 di una sostanza che per loro è mortale, non è forse anche vero che noi stessi muoviamo guerre per accaparrarci sostanze che in realtà ci uccidono? O quanti di noi hanno pensato che i problemi del mondo potessero sparire dalla nostra vita semplicemente chiudendoli fuori, come in The Village?


CONCUDENDO

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma credo di essermi già dilungato troppo con questa mia piccola e pretestuosa analisi. Spero però sinceramente di esservi stato d'aiuto per scoprire il lavoro di un regista molto, molto criticato. E di avervi instillato la voglia di provare ad analizzare le sue opere con occhi diversi.



Ma forse sono un illuso, forse sono io che vedo messaggi nella nebbia, che vedo sottili analisi dove non esistono, e forse davvero Shyamalan è solo un imbecille che scrive e dirige cose senza senso. Eppure, quando penso alla strana umidità che mi ricopre gli occhi ogni volta che vedo il finale di Lady in the Water, fatico a non credere nella sincerità del regista indiano.




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