PRESS PLAY ON TAPE - Puntata I



PRESS PLAY ON TAPE
Sproloqui abbastanza seri sul mondo dei VG


PUNTATA I
QUANDO CONTAVA DAVVERO DIVERTIRSI
e anche
IL MITO DELL' ARCADE PERFECT



 Io sono un Segaro. Cresciuto a pane e giochi SEGA. Ma sono anche un Commodoriano, e prima ancora un  Intellivisioniano...forse in questo caso quell'inutile concetto filosofico degli universali può giungere in aiuto. Io sono un videogiocatore.



 Poco tempo fa, ho visto in rete un montaggio con tutte le conversioni dei coin-op SEGA su Commodore 64. "Il Commodore 64 rompe il culo al pc!", recita una canzone. Ma non è di quel gioiello che volevo parlare, bensì della particolare sensazione che mi ha provocato il rivedere alcuni dei giochi che più hanno accompagnato i miei pomeriggi di pre-adolescente. Mi soffermo in particolare sulle conversioni arcade di SEGA perchè intendo affrontare anche un mito che mi son portato dietro per parecchi anni, che svilupperò anche nella prossima puntata.




 Il mito in questione è quello dell'"arcade perfect". La perfetta trasposizione casalinga dell'agognato "gioco da bar". 

 Ma il tema principale di questa prima puntata tocca solo parzialmente il concetto di arcade perfect, soffermandosi più su ciò che oggi sembra messo in disparte nel concetto moderno di videogioco. In un mondo videoludico ove la possanza estetica conta sempre di più, dove mettiamo il divertimento?  Non vorrei essere frainteso, non voglio buttar giù quattro righe di qualunquismi e scontatezze tipo "non ci sono più i VG di una volta". I tempi cambiano, cambiano le esigenze, le aspettative, i gusti. Ma quando questi cambiamenti sembrano indirizzare verso un vuoto inquietante, quando non direttamente contro un muro, è doveroso fermarsi e controllare dove stiamo andando. O, quantomeno, rallentare un po'.



 Oggi so perfettamente che Altered Beast non è mai stato esattamente un capolavoro. Ma ai tempi ambientazione, epicità, stile grafico, me lo facevano apparire come un gioco memorabile. Mi divertivo, adoravo picchiare quelle orde di mostri, agognavo le sfere blu per ammirare la trasformazione nella Bestia di turno. E poco importava se, poi, la conversione per C64 era penosa. La sola idea che stavo giocando Altered Beast a  casa mia cancellava ogni dubbio sulla bontà del gioco. Poco fregava se l'eroe ridestato dal suo sonno eterno era quasi monocromo rispetto alla colorata versione da bar. Il feeling era lo stesso, era Altered Beast, diamine! Ci stavo giocando! E mi divertivo. 

 


 Quanti altri casi come quello di Altered Beast...Golden Axe aveva collisioni agghiaccianti e sprite microscopici. Ma era abbastanza sapere di averlo sul mio tv, e ogni difetto passava inosservato. Si imparava a giocarci, nonostante i comandi non proprio precisi, e mi divertivo per pomeriggi interi. Nemmeno mi sfiorava che quel bruttume grafico girava sulla stessa macchina che muoveva Barbarians II e Turricane. Contava davvero solo divertirsi. 
Quando anni dopo passai a un Megadrive scintillante e sudatissimo( no, non scintillava perchè era bagnato di sudore...), mi parve di compiere un balzo nell'iperspazio a velocità smodata( cit.). E tutto questo nonostante anche sul gioiellino SEGA, l'arcade perfect rimaneva un mito irraggiungibile. Ma il trend di cercare soprattutto i giochi da bar continuò, attraverso titoli come Alien Storm.



 Ripenso, oggi, a quei pomeriggi di un giovane, timido nerd, trattato come un ritardato perchè manifestavo la mia passione per il videoludico mondo dei pixel. A ripensarci, oggi non son più così giovane...ma rivorrei un po' di quella semplicità d'animo, di quella genuina eccitazione con cui affrontavo titoli anche non perfetti. Poco importava se gli altri amici avevano l'Amiga che asfaltava a raffica la mia game machine. Perchè anche se avevo una Ferrari Testarossa con 2 colori sul mio schermo, io comunque sentivo il vento tra i capelli, ed era esattamente come se sedessi sul costoso cabinato di Outrun.

 Oggi, troppo spesso, leggo feroci attacchi a titoli che non sfoggiano una veste grafica al top, presentati come disastri totali, criticati a martel battente, nemmeno fossero un cancro dei VG. Esempi eclatanti come Splatterhouse e Alice Madness Return, trattati come immondizia videoludica, che, invece, mi hanno incredibilmente divertito, presentando, tra l'altro, una cura e una direzione artistica da 100 e Lode. Ma dove stiamo andando? 


I pochi, rarissimi esempi di coin-op moderni portati sulle consolle casalinghe, bocciati dai più come "giochini da 15 minuti".  Salvo poi giocare 10 ore per finire un titolo di punta, affermare che è stato bellissimo, e non toccarlo più, mentre moltissimi arcade vengon giocati costantemente per mesi o anche anni. Presumo perchè ogni partita diverte. Divertimento. Ad After Burner Climax non ci si gioca per "finirlo". Ci si gioca per migliorare il punteggio, al massimo...o, molto più semplicemente, per evadere un po' con del sano divertimento.

 Questo non significa che io disprezzi i titoli moderni, ovviamente. Ma mi chiedo, inevitabilmente, dove stia portando questa esplosione del mezzo videoludico, che ormai muove milioni di dollaroni. 


 Il ricordo di quello schermo acceso, perso nelle spire del passato, con i suoi pixel male assemblati continua a far capolino nella mia memoria. Perchè la tecnologia va avanti senza soste, ma nessuno ci obbliga a correre assieme a lei. Nessuno ci impedisce, ogni tanto, di fermarci, sorseggiare una bibita fresca e osservare il paesaggio che ci siamo lasciati alle spalle. Tanto prima o poi, la benzina finirà anche per lei( la tecnologia), e noi siamo liberi di incamminarci quando vogliamo per raggiungerla.


 Ora, scusate, mi è venuta voglia di sfrecciare sopra un mare azzurro sul mio Super Hornet, anche se nemmeno oggi riescon a proprorre un arcade perfect. Forse, è davvero un mito irraggiungibile.....







Commenti

  1. Dove stiamo andando non riesco a prevederlo bene, nel dubbio sto riempiendo casa di retrogaming XD
    Le priorità sono evidentemente cambiate, anche se non per tutti. Finché continuerà ad uscire hardware/software creato su certe basi, io continuerò a supportarlo. Il resto si fotta.
    W Alice!

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  2. Più che priorità, ammetto sia il caso di parlare di "moda". Sappiamo perfettamente che i forum e internet è stracolmo di poser che si atteggiano a profondi conoscitori della materia, avendo però nella propria softeca magari solo COD e Uncharted vari. Non è una colpa esser nati "tardi", ovviamente, lo è però il pretendere di poter analizzare l'insieme disprezzando, senza nemmeno conoscerla, la Storia.

    E' pure abbastanza ironico pensare che Alice, che comunque ha abbondantemente ceduto a una struttura "moderna", sia comunque ludicamente "old", visto che è un titolo privo di tutti quegli automatismi che tanto detesto...potrei dedicare all'argomento una puntata futura...

    RispondiElimina

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