Nocturnal Roads - Un viaggio immaginario tra musica e pensieri in libertà - Episodio 9


Il finestrino abbassato, l'oscurità ovunque, i fari della macchina, qualche altra luce lontana e il silenzio oltre il motore, le uniche compagnie. A parte la radio, chiaramente.

 Ispirato anche dalla trasmissione Virgin Motel su Virgin Radio (ripensando soprattutto alla prima edizione, quella con la voce di Ottaviano Blitch), ho pensato di dare inizio a questi piccoli momenti in cui, accompagnato da una canzone, mi do un'idea base di partenza e poi lascio andare la parola. 

 Tutto quello che leggerete, se qualcuno lo farà, è pressochè improvvisato. Come detto, mi do un tema base, poi lascio andare la creatività sul momento.

 Spero gradirete. Almeno la canzone che vi propongo...





  La notte è sempre lì. Oscura. Questo viaggio, che non so nemmeno quando abbia avuto inizio, sembra esistere solo durante le ore buie. Il giorno, la sua lucentezza, il sole, sembrano essere relegati a vaghi ricordi, sbiaditi dagherrotipi confusi, poco definiti  fantasmi del passato.

 E' da quello che sto fuggendo? Il passato? Non ricordo bene, come non ricordo il motivo, o i motivi, per i quali ho intrapreso questo folle tragitto verso l'ignoto. E poi, sto fuggendo davvero? Sarebbe meglio non porsi certe domande; il dubbio è un pessimo compagno, capace di minare alla base le nostre decisioni, incrinarle, destabilizzarne la compattezza. Ragnatele di crepe scricchiolanti, che invadono ogni anfratto e sgretolano ogni certezza, lasciandoci il panico come unico, terribile compagno di viaggio. Lotto con tutte le mie forze contro questo strisciante demone, e quasi lo ricaccio indietro, quando dall'autoradio arrivano l enote di una canzone...bellissima, suadente, ma come un treno deragliato, abbatte ogni barriera, distrugge ogni barlume di fortificazione innalzata. Una canzone che mi rituffa nel passato, in un tempo privo di preoccupazioni, dove ogni cosa sembrava bella, dove sapevo ancora stupirmi, dove non sapevo cosa fosse il dolore.

 E cedo. Il respiro si fa affannoso, le pupille sono dilatate, lo so, anche se non posso vedermele, la presa sul volante si fa serrata. Freno. Di colpo, con un impeto eccessivo; l'auto inizia a sbandare, lo stridio delle gomme sul nero asfalto quasi sovrasta, per un fugace attimo, la musica. Per un tempo che pare eterno, la lucidità mentale torna, con lo scopo di mantenere il controllo del mezzo, che per chissà quale miracolo non inizia a roteare, ma mantiene una pur sgangherata linea retta. Poi si ferma. Sento solo il respiro pesante, fortissimo, che si miscela con le note morbide e meravigliose, un agghiacciante contrasto di ansia e la sensazione di conforto che la canzone si ostina a trasmettermi. Mi guardo attorno, oltre i finestrini abbassati c'è solo il nero eterno di un paesaggio cupo e infinito, immerso nell'oscurità di una notte nel deserto. Stringo i denti, riparto ed eseguo un'inversione repentina: sto tornando indietro. Il richiamo è troppo forte, dagli altoparlanti non esce solo una canzone, ma una sinfonia di promesse, un accogliente ventre materno, caldo, sicuro, senza rischi. E voglio tornarci.

 Con le lacrime che tentano di contrastare il vento proveniente dai finestrini, guido per un tempo che potrebbe essere un istante come una settimana di buio. Eppure la canzone è ancora la stessa. Ma dove credevo di andare, con questo viaggio ignoto? Perchè ho lasiato tutto alle spalle? Tutto, sì...ma tutto cosa? Più mi sforzo, più fatico a capire tutto questo. Dove stia andando, da dove sia partito, perchè...nulla è chiaro, tranne il desiderio di tornare indietro...e anche quello, inizia già a perdere i contorni.

  Noto un'insegna che non ricordavo di aver superato. E' uno di quei punti di ristoro che si vedono nei road movie. Affittano anche stanze. Mi accosto, meglio fermarsi un attimo e riflettere. Ma non ne ho il tempo, perchè adesso la vedo. Bella, non in modo appariscente, ma bella con una profondità che pare poterti inghiottire. E' ferma, appoggiata a muro del locale, i distributori a pochi metri davanti a lei. Sembra da sola, non ha l'aria di aspettare qualcuno, ostenta quella sicurezza di chi non ha bisogno di chiedere nulla a nessuno, ma priva di sbruffonaggine.. Mi rendo conto che la sto fissando da parecchi minuti, mentre lei sorseggia una birra da una bottiglia, eppure la canzone continua a suonare sempre uguale. Ancora non mi ci sono abituato alle stranezze di questo viaggio. Poi ricordo! Non so quando, non so come, ma  ho la certezza di conoscerla. I lunghi capelli neri, lo sguardo come fisso in un punto oltre lo sguardo dei comuni mortali: sì, ci siamo già conosciuti e anche molto. Probabilmente in quel passato che non riesco a mettere bene a fuoco, ma so esistere.

 Scendo dall'auto, tenendo la portiera aperta, senza smettere di guardare quell'angelo vestiro di nero, rapito da un misto di curiosità, desiderio e fascino. Lei sembra accorgersene, forse ha sentito la musica, forse anche in lei ha destato un ricordo, un richiamo che l'ha distratta da ciò che solo lei pareva poter vedere, appoggiata a un muro nel mezzo del nulla oscuro. I nostri sguardi si incrociano, per un istante leggo nei suoi occhi scuri un susseguirsi di reazioni: indifferenza, dubbio, curiosità, sorpresa. Poi si illuminano, anche lei si è resa conto di conoscermi e mi sorride. Ed è esattamente in quel momento che capisco: il passato è parte di noi. Si deve sempre volgere al futuro, ma ogni tanto è bene fermarsi e guardare un po' indietro. Quello che siamo oggi è la somma di quello che siamo stati ieri. Non bisogna mai dimenticarlo: vivere nel passato, avere il terrore dell'ignoto, ci uccide, ma crogiolarsi di tanto in tanto nel tepore di un ricordo che ci fa stare bene, un vecchio amico, un passato amore, un film che conosciamo a memoria, una canzone che rievoca periodi felici...be', quello non può essere un male. Ma nemmeno si può essere solo proiettati nel futuro, o il richio è quello di lasciare indietro ciò che si ama. O che ama noi.

 Domani sarò di nuovo in viaggio, verso una meta che ancora non conosco. Un giorno mi fermerò di nuovo, ne sono certo, ma non sarà per paura o per inerzia esaurita: sarà per scelta. Forse proprio con lei, corvina visione inaspettata.


 Buona notte, là fuori...







Commenti

  1. Quando le parole ti portano in un mondo parallelo talmente vivido che non è più immaginazione ma realtà....

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