"Bitter Sweet Desire - DAZE" - Tribute to Poets of the Fall
Chi mi conosce sa che la musica è una delle mie passioni più grandi. Non la pratico, se non attraverso il canto, strimpello la chitarra a malapena, non so comporre e so poco e nulla di musica a livello tecnico, ma è indubbio che non saprei vivere senza ascoltarne.
Col tempo ho anche limato parecchio i miei estremismi, e dunque lascio alle spalle i periodi in cui se uno non ascolta gli Iron Maiden o gli Offspring, vuol dire che ascolta solo musica di merda. Oh, certo, alcune categorie restano per me incomprensibili, ma tant'è...
Dal punk al black metal, dall'hard rock all'indie rock, passando senza problemi anche nella new wave, alternative, punk rock, folk, pop rock, death metal, etc..., non mi faccio grossi problemi a fare mie ogni tipo di esperienze sensoriali musicali, laddove mi diano emozioni. Perchè è quello che conta per me, che la musica mi dia le giuste emozioni.
Ma oltre a questa vastità di generi, è inevitabile spaziare anche in una vastità temporale davvero sconfinata. Diventa difficile, difficilissimo poter fare una classifica dei propri artisti o band favorite senza incappare in ripensamenti o dilemmi su chi mettere e chi escludere. Ovvio a questo "inconveniente" applicando dei giusti "distinguo", cercando di suddividere la mia ipotetica classifica in almeno tre scaglioni differenti:
- gli "storici", ovvero quelle band la cui attività principale o effettiva è avvenuta prima della mia consapevolezza musicale( che, tra l'altro, ha avuto una timida genesi a 9 anni, quando sentendo "Born in the USA" dell'inossidabile Bruce Springsteen, decisi che mi piaceva il rock e senza escludere qualche semina dovuta a cassette di mio padre, cosucce tipo "Goodbye Yellow Brick Road", mica pizza e fichi). Qui si bazzica nella Leggenda, con nomi del calibro di David Bowie, Queen, Led Zeppelin, Who, Iggy Pop & The Stooges, Deep Purple, Sex Pistols, e mille altri...
- i "generazionali", ovvero quelle band e artisti la cui attività ha coinciso con l'adolescenza, ovvero un'età nella quale si formano davvero i primi tratti di ciò che potremmo essere in futuro, e dunque musica che abbiamo realmente vissuto nella sua interezza. Come molti coetanei, questo ha fortemente coinciso con la rinascita dell'hard rock, l'avvento del grunge e l'esplosione del punk rock. Dunque nel mio vissuto parliamo di cosucce tipo Nirvana, Pearl Jam, Guns'n'Roses, Offspring...ma anche cose come Ligabue...ebbene sì, mi piaceva da matti pure lui. Ma dopotutto ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio...
- i "nuovi", ovvero band relativamente più giovani, nate magari dal 2000 in poi, che hanno scalato e conquistato una fetta del mio cuore musicale.
Nonostante ciò, diventa comunque labile, spesso, la clasificazione: esempi lampanti possono essere gli Iron Maiden, in attività decisamente prima della mia coscienza musicale, ma in piena attività quando li scoprii, oppure gli Scorpions, una delle mie band preferite in assoluto, che seppur nate decenni prima, ottennero un'esplosione mediatica enorme nel 1990 con Wind of change. O ancora, inizia a essere complicato definire "di primo pelo" band come i MUSE, così come "classificare" band arrivate alla ribalta a cavallo tra i '90 e i 2000( per poi scomparire dal successo internazionale, anche se ancora attive), ad esempio i Lit
Ma una cosa certa è che nella terza categoria, ovvero nelle band più recenti, un nome spicca nel mio cuore, tanto da inserirli senza problemi in una ipotetica, seppur difficilmente stilabile, Top 10 delle band preferite in assoluto, ed è quello dei Poets of the Fall, che assieme a Theory of a Deadman e Fratellis, formano probabilmente il podio delle mie band "recenti" preferite.
Difficilmente inquadrabili in un genere specifico, poichè passano dall'hard rock al post punk, senza disdegnare qualche sonorità new wave o strizzatine d'occhio al pop rock, e presentandosi spesso con splendide ballade e melodie sublimi, quello che accomuna la loro arte sono senza dubbio i testi, che non tradiscono il nome della band, essendo vere poesie messe in musica. Altro aspetto peculiare è la grande teatralità dei loro video, sosetnuta in particolare dal talentuoso cantante, Marko Saaresto, dotato non solo di una voce molto bella e adattabile, ma anche di una mimica facciale e corporea straordinarie, cosa che si evince anche dai loro show dal vivo, di grande impatto emotivo e di grande interattività col pubblico, oltre che dalle indubbie qualità delle composizioni e abilità degli strumentisti. Una band che, inspeigabilmente, rimane ancora piuttosto di nicchia, e, nonostante il loro album d'esordio sia del 2005, ancora non sono realmente sulla cresta del successo che, a mio modesto avviso, meriterebbero a livello mondiale.
E' da qui che nasce questo mio tributo a una delle loro canzoni e alla loro musica. Il pezzo in questione è "Daze", opening track dell'album Jealous Gods del 2014. Vi invito a visionare il video della canzone, non solo per gustarvi un pezzo molto bello, ma anche per assaporare la visionarietà dei loro lavori e chissà, magari avvicinarvi anche voi a questa band, meritevole davvero di tanta visibilità in più.
Certo, lo so che su questo blog non ci passa mai nessuno, ma sti cazzi: è un blog, un diario, quindi ci scrivo comunque quello che voglio.:D
E, in fondo, sperare non è un male.
Poets of the Fall - Daze( Official video)
Immagine realizzata a china. colorazione e postworking con Photoshop.
Copyright by Mana RD Art, 2017
Articolo interessante e sono d'accordo con te anche musicalmente. Anche per me i Poets of the Fall sono la mia band contemporanea preferita e concordo su tutto riguardo i loro video e la mimica facciale ed interpretativa di Marko Saaresto, nonché per la sua bellissima voce e di come eccelle con le varie cadenze anche dal vivo.
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