NE UCCIDE PIU' LA PENNA Una retrospettiva su ALAN WAKE “Le parole uccidono” . Mai come in Alan Wake questa frase assurge a verità assoluta. Già all'interno dello strano e inquietante incubo che fa da premessa (e tutorial) all'intera vicenda, si posson notare le misteriose commistioni tra quello che accade e le opere di Alan Wake, giovane scrittore di successo. Il folle assassino che lo bracca, infatti, si presenta come personaggio dei suoi scritti, insultando e sminuendo le capacità creative del nostro “eroe per caso”. Si comprende immediatamente che mai come prima in un media videoludico, saremo vittima degli eventi. Al risveglio, iniziamo a comprendere come Alan sia sì uno scrittore di grande fama, ma anche che sia in profondissima crisi creativa ed esistenziale. Gli eventi dell'incubo, insomma, presto ci appaiono più chiari, o almeno sembrerebbe. Sono senza dubbio la rappresentazione allegorica delle insicurezze di Alan, dei suoi dubbi, del s
Il finestrino abbassato, l'oscurità ovunque, i fari della macchina, qualche altra luce lontana e il silenzio oltre il motore, le uniche compagnie. A parte la radio, chiaramente. Ispirato anche dalla trasmissione Virgin Motel su Virgin Radio (ripensando soprattutto alla prima edizione, quella con la voce di Ottaviano Blitch), ho pensato di dare inizio a questi piccoli momenti in cui, accompagnato da una canzone, mi do un'idea base di partenza e poi lascio andare la parola. Tutto quello che leggerete, se qualcuno lo farà, è pressochè improvvisato. Come detto, mi do un tema base, poi lascio andare la creatività sul momento. Spero gradirete. Almeno la canzone che vi propongo... Corro...corro a più non posso. Il paesaggio, anche avvolto nell'oscurità della notte, si fonde in un'unica, confusa tavolozza i cui colori cupi si mischiano e colano via, come le gocce della fitta pioggia che scende ormai da ore. E' come se stessi fuggendo
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