Il finestrino abbassato, l'oscurità ovunque, i fari della macchina, qualche altra luce lontana e il silenzio oltre il motore, le uniche compagnie. A parte la radio, chiaramente. Ispirato anche dalla trasmissione Virgin Motel su Virgin Radio (ripensando soprattutto alla prima edizione, quella con la voce di Ottaviano Blitch), ho pensato di dare inizio a questi piccoli momenti in cui, accompagnato da una canzone, mi do un'idea base di partenza e poi lascio andare la parola. Tutto quello che leggerete, se qualcuno lo farà, è pressochè improvvisato. Come detto, mi do un tema base, poi lascio andare la creatività sul momento. Spero gradirete. Almeno la canzone che vi propongo... La notte è sempre lì. Oscura. Questo viaggio, che non so nemmeno quando abbia avuto inizio, sembra esistere solo durante le ore buie. Il giorno, la sua lucentezza, il sole, sembrano essere relegati a vaghi ricordi, sbiaditi dagherrotipi confusi, poco definiti fantasmi del pas
"Quel sorriso mi era entrato dritto nel cuore... Pensai che sarebbe bastato chiedere scusa l'indomani, ma l'indomani non arrivò mai più..." Come porsi di fronte a opere come "Ano Hana - Ancora non conosciamo il nome del fiore che abbiamo visto quel giorno" (questo il titolo completo dell'anime)? Difficile, difficilissimo. O forse no. Di certo è emblematico che questa miniserie (di soli 11 episodi) sia la prima che a tutti gli effetti abbia seguito da molto tempo a questa parte, assieme a "Tokyo Magnitude" . Emblematico, dico, perchè di certo questo anime sembra racchiudere tutti i motivi che mi hanno sempre spinto ad essere un "otaku", un fanatico di manga e anime. Il brutto periodo passato ha avuto su di me anche l'effetto di ridurre drasticamente l'assiduità con cui seguo le mie passioni. Ha coinvolto un po' tutto, dal cinema ai fumetti, dalla letteratura agli anime. A parte, insomma, le op
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