Buon Compleanno, Pengo!




 Sono passati ben trent'anni. Il mio primo videogame fu Moon Patrol. Il terzo Xevious.

 Pengo occupa il secondo posto di questo peculiare podio. Perchè, allora, parlare del secondo classificato? Semplice. Pengo fu il mio primo gioco SEGA. E considerando la mia natura di "segaro", direi che è per questo che il rosso pinguino occupa una parte molto importante nel mio cuore. Ricordo ancora perfettamente il cabinato posto all'esterno di un albergo in montagna. Non era l'albergo presso cui alloggiavamo, e per raggiungerlo dovevo mettermi in marcia e farmi una breve scarpinata in salita. Ma ero letteralmente innamorato di quel gioco. Avevo 7 anni, e le mie 200 lire di mancetta estiva al giorno servivano per concedermi un paio di partite a quelle macchinette "infernali" che riempivano i sogni dell'epoca. Una manciata di pixel, capacità di memoria risibili e tanta, tantissima inventiva e passione. Ecco gli elementi distintivi che caratterizzano, secondo me, quel periodo videoludico. Un periodo che rimpiango pesantemente, non solo per questioni di "età", ma proprio per questioni strettamente legate al moderno mondo videoludico. Ma questo è un altro discorso...

 Sta di fatto che, senza dubbio alcuno, nonostante fossero presenti altri coin-op sparsi per quel paesino tra le montagne bergamasche, era Pengo quello che mi piaceva di più. Per chi non lo conoscesse, il gioco vede per protagonista un simpaticissimo pinguino rosso( poi, col tempo diventato blu, per esser più "legato" ai colori aziendali del logo SEGA), che si muove all'interno di un labirinto formato da blocchi di ghiaccio, che posson esser spinti nelle quattro direzioni cardinali, o frantumati nel caso non ci sia spazio libero al di là. Il tutto evitando di esser colpiti dai nemici, una sorta di "slime" occhiuti, che nascono dai blocchi stessi di ghiaccio, e posson anche loro frantumarli. I nemici posson esser sconfitti schiacciandoli tra un blocco e l'altro, o toccandoli dopo averli storditi "maneggiando" i bordi estremi dello schermo, o, ancora distruggendo i blocchi di ghiaccio dai quali stan per "nascere" prima che lo facciano. Sconfitti tutti i nemici, si passa allo stage successivo, ma per raggiungere i punteggi seri si deve tentare anche di allineare tre blocchi speciali di diamante presenti in ogni stage, inditruttibili. Una volta allineati, si otterranno dei bonus di punti enormi. Ma non è mica così facile...



 Come spesso accadeva all'epoca, la grafica povera riusciva comunque a sprizzare uno stile immenso. La pochezza di potenza non riusciva minimamente a intaccare la capacità di volenterosi creativi, e anche Pengo ci ha regalato dei personaggi e uno stile visivo incomparabili, tanto da influenzare, ne resto convinto, anche le generazioni successive. Gli Sno-Bee, i nemici di Pengo, spessissimo non ricordano i Puyo, le "gelatine" dell'omonima saga? La musichetta di accompagnamento, poi, resta  indelebile nella mente. A fronte di una prima versione dotata di un chiptune tutto suo, venne successivamente distribuita una versione che aveva nella colonna sonora l'indimenticabile brano "Popcorn"( ed è questa la versione di cui io ho ricordo).

 Impossibile dimenticare le partite a Pengo. La poca disponibilità di soldi era uno sprono a imparare a giocare per bene. Ogni secondo di partita era un momento magico, da gustarsi fino in fondo. Sapevo che avrei dovuto aspettare il giorno dopo o altri due giorni, prima di poterci giocare ancora. Quindi la meraviglia di quelle partite resterà per sempre indelebile nei miei ricordi. Era davvero un momento atteso, e per questo lo godevo al massimo. E' una sensazione che oggi ho quasi completamente perso. Probabilmente la disponibilità finanziaria che mi permette di prender con una certa frequenza nuovi titoli, ha di molto intaccato quella sensazione di "conquista" di un titolo. Anche ai tempi del Megadrive, ad esempio, comprare un nuovo gioco significava sborsare molto tempo di risparmi e sacrifici. Non potevo permettermi altri giochi per diversi mesi. Quindi quel titolo era un desiderio, una conquista. E sarebbe stato il solo gioco nuovo per molto, molto tempo. Era perciò naturale che l'impegno e la bravura risultavano molto maggiori. Era una sfida. Lo avevo desiderato, desiderato davvero. E lo avrei, quindi, sviscerato.


 Sensazioni che oggi ben raramente riprovo, un po' per cambiamenti inevitabili dello stile di vita e del tempo/voglia di impegnarsi. Ma altrettanto spesso per un'intrinseca mancanza di "anima" di moltissimi titoli moderni. Non voglio dilungarmi sull'argomento, quindi mi limito a ribadire che è probabilmente la ragione per cui sono un abbastanza costante retrogamer. Un po' voglio rimetter alla prova le mie capacità di gioco, ma anche riprovare le sensazioni di un tempo.

 In ogni caso, Pengo rappresenta una grossa fetta della mia "historia videoludens", ed è ormai suggellato a simbolo del mio "essere segaro". E vorrei davvero tanto rigiocarci in maniera "legale", tramite una bella versione ufficiale, magari accompagnata dall'interessante versione multiplayer da sala giochi che SEGA ha rilasciato nel 2010...e invece, ci ritroviamo sommersi quasi sempre dalle solite 7 ROMs che regolarmente ci ributtano su ogni maketplace elettronico esistente....



 Sono passati trent'anni, dalle partite a Pengo. E mi manca molto.

 Auguri, Pengo. Non ti ringrazierò mai abbastanza, per quei minuti di magia che mi donavi ad ogni 200 Lire. Non ti ripagherò mai abbastanza per quei momenti di meraviglia. Meritavi di meglio.



LINK

SEGA World Italia - Pengo e gli anniversari del 2012


YouTube - Pengo Gameplay



 Immagine iniziale realizzata tramite "Colors 3D"
Copyright by The RD Art, 2012


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